L'UOMO DEL GHIACCIO

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shadoo
view post Posted on 19/2/2010, 07:25     +1   -1






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Un anziano pellerossa ritratto da George Catlin Frequente nella rappresentazione mitica delle stagioni è il racconto allegorico in cui i fenomeni naturali appaiono simbolicamente rappresentati dai protagonisti. Nel testo che segue l'inverno è un anziano "Uomo del Ghiaccio"

Un grigio giorno d'autunno nella fitta boscaglia alcuni arbusti secchi presero fuoco; le vampate si levarono improvvise e la fiamma si attaccò ad un altissimo pioppo. L'albero incominciò a bruciare e presto arse del tutto, finchè il fuoco scese nelle radici; quando l'albero fu incenerito si formò una grande buca nel terreno. A mano a mano che ardeva, la fossa si allargava sempre di più e le rosse lingue di fuoco lambivano gli orli di quel buco così profondo. La gente del luogo si spaventò temendo che potesse bruciare tutto il mondo. Tentarono di spengere il fuoco, ma quel rogo era inestinguibile, perchè era sceso ormai troppo in profondità e nessuno sapeva cosa fare.
Finalmente qualcuno disse che l'unico che poteva spegnere quel fuoco era l'Uomo del Ghiaccio, che viveva su nel Nord nella sua casa di ghiaccio.
Decisero allora di inviare alcuni messaggeri alla sua ricerca. Dopo un lungo cammino, gli uomini giunsero alla dimora dell'Uomo del Ghiaccio. Era molto vecchio, con lunghi capelli bianchi raccolti in due trecce che scevndevano fino a terra. I messaggeri fecero la loro ambasciata; allora egli disse: "Sì, io posso aiutarvi a spegnere il fuoco" e cominciò a disfare le sue trecce. Poi quando i capelli furono tutti sciolti, ne prese in mano un bel ciuffo e lo battè sull' altra mano; subito un soffio di vento si levò, accarezzando le guance dei messaggeri. Una seconda volta battè i capelli contro il palmo della mano ed ecco una pioggia sottile cadere leggermente dal cielo. Per la terza volta battè i capelli contro la mano aperta e subito cominciò a cadere la grandine; e quando li battè per l'ultima volta, candidi fiocchi di neve cominciarono a cadere e sembravano uscire dalla punta dei suoi lunghi capelli bianchi. "Ed ora tornate al vostro villaggio" disse l'Uomo del Ghiaccio "Sarò da voi domani". I messaggeri tornarono subito a casa e qui trovarono la gente ancora raccolta intorno a quel gran pozzo in fiamme.
Il giorno dopo, mentre tutti erano intenti a guardare atterriti e impotenti il fuoco, un forte vento si levò all'improvviso da Nord ed essi capirono che l'Uomo del Ghiaccio stava arrivando. Ma quel vento alimentò ancora di più le fiamme, che divamparono fin sulla sommità della grande buca. Poi cominciò a cadere una sottile pioggia, ma quelle piccole gocce d'acqua non avrebbero certo estinto il colossale incendio, anzi sembrava che le fiamme avvampassero ancora di più. All'improvviso la pioggerella divenne un fitto e violento temporale: l'acqua veniva giù dal cielo copiosamente; scrosciando al suolo ed incanalandosi nella buca ardente, spegnendo le fiamme, ma producendo enormi nuvole di fumo e di vapore.
La gente scappò via in cerca di un riparo quando un impetuoso turbine spinse la pioggia fin nei più remoti anfratti ardenti del pozzo. Infine, sui tizzoni ancora infuocati, cadde un abbondante strato di grandine e neve. Ormai il fuoco era spento; nemmeno un fil di fumo emergeva dal profondo pozzo. Quando la tempesta cessò, la gente tornò sul luogo e, con meraviglia, vide che al posto della buca in fiamme c'era adesso un grande lago.
Ancora oggi si dice che avvicinandosi alla superficie del lago si può udire uno strano rumore scoppiettante, come un crepitìo di tizzoni ardenti.
FONTE: "Miti e leggende degli Indiani d'America" di Giovanni Pizza





FONTE www.indianiamericani.it
 
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